Presa di posizione sul caso DELOITTE

Quanto la richiesta avanzata giorni fa da parte della DELOITTE, di inserire nella Piattaforma banca e cessione del credito un video per ogni asseverazione rilasciata ed in particolare “Un video per singolo SAL”, rappresenti un’offesa nei confronti di intere categorie di professionisti, in quanto segnale evidente di un pregiudiziale sospetto di dolo, un maggior onere per il lavoro del professionista e costituisca una violazione della privacy, abbiamo abbondantemente detto e letto.
Non per questo la “politica” ha avvertito la necessità, forse perché autogiustificatasi per via dell’impegno elettorale, di intervenire per fermare questa pazza giostra di adempimenti non previsti dalla norma che regola la materia, frutto di ingerenze indebite, illegittime e/o arbitrarie e che vedono i tecnici “asseveratori” oggetto di un inaccettabile ricatto determinato dallo “stato di necessità” degli operatori del settore e dei committenti da una parte e dello strapotere dei soggetti erogatori delle somme dall’altra.
E quella della richiesta del video non è né l’unica richiesta della DELOITTE né l’ultima in ordine di tempo (vedasi richiesta di Poste Italiane di creare il ruolo di “Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica”), pur nell’imminenza dello scadere del termine del 30 settembre, giustificata, “nell’interesse dell’asseveratore”, “per una maggiore garanzia del suo operato”. Trascurano di rivolgersi a professionisti a cui, di norma, è affidata la sicurezza delle abitazioni dei cittadini e delle infrastrutture, il controllo dell’impiego del denaro pubblico e privato nel corso della realizzazione delle opere.
Nel caso del Superbonus 110%, invece, altri privati, impongono modalità di lavoro non previste all’interno di una norma regolata da leggi emanate dal Parlamento.
Riteniamo che la vicenda del Superbonus 110%, ancor più con le ultime indebite novità introdotte, rappresenti un caso emblematico di come complicare una norma, caricandola di oneri non previsti né per il cittadino né per il professionista che opera al suo servizio.
Sebbene non rappresenti una novità, ma sicuramente ne rappresenta una “vetta” tra le più alte, crediamo che su questo si debba intervenire da parte delle libere professioni: non si può esser certi che quanto oggi viene imposto a tecnici liberi professionisti non coinvolga, in futuro, altre
professioni, o i medesimi all’interno di altre attività professionali storicamente eseguite.

Ma anche la Società nel suo complesso dovrebbe avvertire il disagio di un tale stato di cose: è illusorio, infatti, credere che un indebito appesantimento delle procedure possa essere a costo zero.
Si paga in termini di tempo, unica risorsa non riproducibile, e di denaro per dovere affrontare maggiori oneri e conseguenti costi.
Chiediamo che la semplificazione tanto sbandierata dalla politica, debba essere effettivamente tale e non possa essere cancellata da società private che, sventolando la bandiera della tutela per tutti, impongono operazioni lesive della dignità e della professionalità di tecnici iscritti ad albi/collegi/ordini sotto l’alta vigilanza del Ministero della Giustizia.

03 ottobre 2022


Ala Assoarchitetti, Arch. Bruno Gabbiani;

Antec, Per. Ind. Amos Giardino;

Asso Ingegneri ed Architetti, Arch. Alberto Molinari;

Inarsind, Ing Carmelo Russo;