Presa di posizione sul caso DELOITTE

Quanto la richiesta avanzata giorni fa da parte della DELOITTE, di inserire nella Piattaforma banca e cessione del credito un video per ogni asseverazione rilasciata ed in particolare “Un video per singolo SAL”, rappresenti un’offesa nei confronti di intere categorie di professionisti, in quanto segnale evidente di un pregiudiziale sospetto di dolo, un maggior onere per il lavoro del professionista e costituisca una violazione della privacy, abbiamo abbondantemente detto e letto.
Non per questo la “politica” ha avvertito la necessità, forse perché autogiustificatasi per via dell’impegno elettorale, di intervenire per fermare questa pazza giostra di adempimenti non previsti dalla norma che regola la materia, frutto di ingerenze indebite, illegittime e/o arbitrarie e che vedono i tecnici “asseveratori” oggetto di un inaccettabile ricatto determinato dallo “stato di necessità” degli operatori del settore e dei committenti da una parte e dello strapotere dei soggetti erogatori delle somme dall’altra.
E quella della richiesta del video non è né l’unica richiesta della DELOITTE né l’ultima in ordine di tempo (vedasi richiesta di Poste Italiane di creare il ruolo di “Responsabile dei servizi di asseverazione tecnica”), pur nell’imminenza dello scadere del termine del 30 settembre, giustificata, “nell’interesse dell’asseveratore”, “per una maggiore garanzia del suo operato”. Trascurano di rivolgersi a professionisti a cui, di norma, è affidata la sicurezza delle abitazioni dei cittadini e delle infrastrutture, il controllo dell’impiego del denaro pubblico e privato nel corso della realizzazione delle opere.
Nel caso del Superbonus 110%, invece, altri privati, impongono modalità di lavoro non previste all’interno di una norma regolata da leggi emanate dal Parlamento.
Riteniamo che la vicenda del Superbonus 110%, ancor più con le ultime indebite novità introdotte, rappresenti un caso emblematico di come complicare una norma, caricandola di oneri non previsti né per il cittadino né per il professionista che opera al suo servizio.
Sebbene non rappresenti una novità, ma sicuramente ne rappresenta una “vetta” tra le più alte, crediamo che su questo si debba intervenire da parte delle libere professioni: non si può esser certi che quanto oggi viene imposto a tecnici liberi professionisti non coinvolga, in futuro, altre
professioni, o i medesimi all’interno di altre attività professionali storicamente eseguite.

Ma anche la Società nel suo complesso dovrebbe avvertire il disagio di un tale stato di cose: è illusorio, infatti, credere che un indebito appesantimento delle procedure possa essere a costo zero.
Si paga in termini di tempo, unica risorsa non riproducibile, e di denaro per dovere affrontare maggiori oneri e conseguenti costi.
Chiediamo che la semplificazione tanto sbandierata dalla politica, debba essere effettivamente tale e non possa essere cancellata da società private che, sventolando la bandiera della tutela per tutti, impongono operazioni lesive della dignità e della professionalità di tecnici iscritti ad albi/collegi/ordini sotto l’alta vigilanza del Ministero della Giustizia.

03 ottobre 2022


Ala Assoarchitetti, Arch. Bruno Gabbiani;

Antec, Per. Ind. Amos Giardino;

Asso Ingegneri ed Architetti, Arch. Alberto Molinari;

Inarsind, Ing Carmelo Russo;

CONFPROFESSIONI APRE IL CONFRONTO CON LA POLITICA

NOTA STAMPA / INVITO
CONFPROFESSIONI APRE IL CONFRONTO CON LA POLITICA

Si svolgerà a Roma il prossimo 14 settembre il faccia a faccia tra il mondo dei liberi professionisti e i candidati alle elezioni del prossimo 25 settembre. L’evento vedrà la partecipazione dei principali leader dei partiti confrontarsi sull’agenda politica e i 10 punti programmatici stilati dalla Confederazione per la prossima Legislatura

Roma, 13 settembre 2022. Politica e professioni: promesse e proposte a confronto. Si terrà il 14 settembre a Roma, presso l’Hotel Bernini (Piazza Barberini, 23) l’open day promosso da Confprofessioni “I Professionisti per l’Italia – Confronto aperto con la Politica”. Durante l’evento verrà presentata l’agenda politica delle professioni in vista della prossima tornata elettorale e il decalogo “L’Italia dei professionisti, un Paese migliore”, con i 10 punti programmatici stilati da Confprofessioni per la prossima Legislatura.
 
Interverranno: Alfredo Becchetti (Lega), Mariolina Castellone (Movimento 5 Stelle), Andrea De Bertoldi (Fratelli d’Italia), Antonio De Poli (Udc – in attesa di conferma), Federico Freni (Lega), Mariastella Gelmini (Azione), Chiara Gribaudo (Partito democratico), Valentina Grippo (Azione), Angela Ianaro (Partito democratico), Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia), Ylenia Lucaselli (Fratelli d’Italia), Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), Andrea Mandelli (Forza Italia), Fiammetta Modena (Forza Italia), Luciano Nobili (Italia Viva – in attesa di conferma), Andrea Orlando (Partito democratico), Annamaria Parente (Italia Viva – in attesa di conferma), Daniela Sbrollini (Italia Viva), Marta Schifone (Fratelli d’Italia), Gilda Sportiello (Movimento 5 Stelle – in attesa di conferma) Erika Stefani (Lega), Antonio Tajani (Forza Italia).

Bonus 200 euro, a settembre il click-day per i professionisti

Indennità una tantum per chi non ha superato i 35.000 euro di reddito complessivo nel 2021. Sul piatto 95,6 milioni di euro per gli ordinistici

23/08/2022 – A breve professionisti e lavoratori autonomi potranno richiedere l’indennità una tantum di 200 euro introdotta dall’art. 33 del Decreto Aiuti (DL 50/2022 convertito nella Legge 91/2022) quale misura di sostegno al potere d’acquisto conseguente alla crisi energetica e al caro prezzi in corso.

Beneficiari del bonus sono i lavoratori autonomi e i professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’INPS, nonché i professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza (di cui al DLgs 509/1994 e al DLgs 103/1996) che, nel periodo d’imposta 2021 abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro.

I soggetti interessati dovranno presentare istanza agli enti di previdenza a cui sono iscritti, nei termini, con le modalità e secondo lo schema predisposto dai singoli Enti previdenziali.

Il Decreto che disciplina i criteri e le modalità per la concessione dell’indennità è stato firmato il 10 agosto scorso dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ed è stato trasmesso al ministero dell’Economia e delle Finanze per il concerto.

Bonus 200 euro, a settembre il click-day

In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, INPS e Casse di previdenza private si stanno accordando per fissare un click-day unico, a settembre.

“La volontà degli enti è quella di coordinarsi per fare un click day unico come già avvenuto per i 600-1.000 euro del reddito di ultima istanza – ha detto la Vice Presidente dell’AdEPP, Tiziana Stallone, al Sole 24 Ore -; abbiamo già una mappatura della possibile platea dei beneficiari”.

La decisione finale sarà presa al rientro dalle ferie, nella sede collegiale dell’Adepp, ma l’orientamento è quello di partire tutti insieme per evitare che eventuali sprint anticipati possano avvantaggiare qualche categoria. La data del click-day cadrà quasi sicuramente a settembre.

Bonus 200 euro, plafond di 600 milioni di euro

La misura è finanziata a valere sulle risorse del Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con una dotazione finanziaria implementata a 600 milioni di euro per l’anno 2022 dal Decreto Aiuti bis (art. 23, DL 115 del 9 agosto 2022).

Per i professionisti ordinistici sono stanziati 95,6 milioni di euro, sufficienti per 478mila domande.

L’indennità sarà corrisposta sulla base dei dati dichiarati dal richiedente e disponibili all’ente erogatore al momento del pagamento ed è soggetta a successiva verifica, anche attraverso le informazioni fornite in forma disaggregata per ogni singola tipologia di redditi dall’amministrazione finanziaria e ogni altra amministrazione pubblica che detenga informazioni utili.

Il beneficio non è compatibile con le misure introdotte dagli articoli 31 e 32 del Decreto Aiuti. Si tratta dell’indennità una tantum per i lavoratori dipendenti e di quella per pensionati e altre categorie di soggetti.

COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA

Si rende noto che ANTEC, quale Associazione sindacale a rilievo nazionale, rappresentativa, tra gli altri, degli interessi degli iscritti agli Albi professionali dei Geometri e dei Geometri Laureati, ha proposto ricorso al TAR Lazio (Roma – sez. V – nrg 8583/22) avverso gli atti dei Ministeri del Lavoro e del MEF volti all’acritica ed illegittima approvazione della delibera del Comitato dei delegati della Cassa Nazionale per la previdenza ed assistenza dei Geometri (CIPAG) del 24.11.2021, nella cui sede la Cassa Nazionale dei Geometri ha adottato la grave decisione di abolire la pensione di anzianità assentita per legge in favore degli iscritti, con gravissimo pregiudizio in danno della tutela previdenziale garantita per legge ai Geometri liberi professionisti.

L’iniziativa promossa da ANTEC è in linea di continuità con le iniziative già intraprese dal rispettivo Consiglio direttivo e volte a rappresentare nelle sedi istituzionali (ministeriali e parlamentari) l’illegittimità della pregiudizievole decisione assunta prima dalla CIPAG e poi dai Ministeri competenti”

Roma, 22/08/2022

Il Presidente Nazionale

Amos Giardino

Conferimento della carica di Presidente Onorario

Si é tenuta a Vicenza, presso la sede di Confprofessioni Nord Est, la Cerimonia di conferimento della carica di Presidente Onorario di ANTEC al Per. Ind. Mariano Magnabosco deliberata dal Consiglio Generale e ratificata dall’Assemblea Generale di ANTEC.

Presenti alla cerimonia il Presidente Nazionale ANTEC Amos Giardino, Presidente Onorario, ANTEC Mariano Magnabosco, Presidente Confprofessioni Gaetano Stella.

Presidente nazionale ANTEC Amos Giardino,
Presidente Onorario ANTEC Mariano Magnabosco,
Presidente Confprofessioni Gaetano Stella

Inoltre erano presenti: in qualitá di delegato del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali il Consigliere Segretario Antonio Barattin, il Presidente dell’Ordine dei Periti Industriali di Vicenza Manuel Gasparotto, il Direttore di FondoProfessioni Franco Valente, il Presidente di Confprofessioni Veneto Roberto Sartore e i delegati di ANTEC in Confprofessioni Veneto Mirko Negretto e Alessandro Capuzzo.

Aggiornamenti cessione dei crediti

Ieri 27 luglio 2022, l’Aula della Camera ha concluso l’esame, in prima lettura, del DL SEMPLIFICAZIONI FISCALI – “Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, recante misure urgenti in materia di semplificazioni fiscali e di rilascio del nulla osta al lavoro, Tesoreria dello Stato e ulteriori disposizioni finanziarie e sociali” – AC 3653. Nel corso dell’esame in Aula sono stati presentati una serie di emendamenti dalle Commissioni riunite Bilancio e Finanze frutto dell’accordo politico tra i Gruppi parlamentati. Fascicolo emendamenti Aula.

I relatori sono per la Commissione Bilancio On. Bitonci (Lega), per la Commissione Finanze: Fragomeli (PD). Testo. Dossier. Il testo ora passa al Senato, per la seconda lettura. Ricordo che il provvedimento deve essere convertito in legge entro il 20 agosto 2022.

Nello specifico con riferimento al tema del Superbonus e alla cessione dei crediti è stato approvato all’unanimità l’emendamento 40.0502  delle Commissioni, condiviso da tutte le forze politiche che abroga il limite temporale della data del 1° maggio 2022 alle cessioni a tutte le partite Iva dei crediti d’imposta e in particolare dei bonus edilizi. Infatti il DL Aiuti, in fase di conversione, aveva aperto le cessioni dei bonus a imprese e professionisti, ma aveva lasciato immutato il riferimento alle cessioni dei crediti e degli sconti in fattura all’Agenzia delle entrate dal 1° maggio 2022 in poi. Da ciò è derivato che i professionisti e le imprese hanno continuato ad avere i crediti ante maggio 2022 ancora incagliati  nei cassetti fiscali e, di fatto, inutilizzabili ai fini di una loro possibile monetizzazione.

Di seguito riporto il testo dell’emendamento 40.0502 approvato:

Dopo l’articolo 40, inserire il seguente:

Art. 40-bis.
(Modifiche alla disciplina dei crediti d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e di gas naturale e della cessione del credito d’imposta o dello sconto in fattura)

  1. Al fine di semplificare l’erogazione dei contributi straordinari, sotto forma di credito d’imposta, spettanti ai sensi dell’articolo 2, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2022, n. 91, nonché al fine di consentire la corretta applicazione delle disposizioni relative alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura, il comma 3-ter dell’articolo 2 e il comma 3 dell’articolo 57 del medesimo decreto-legge n. 50 del 2022 sono abrogati.

40.0502. Le Commissioni.

(Approvato)

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Segnalo, infine, che ieri il Presidente Stella nel corso dell’incontro tra il Premier Mario Draghi e le parti sociali ha ribadito la necessità e l’urgenza di «sbloccare subito la cessione dei crediti» relativi al Superbonus e agli altri bonus edilizi. Di seguito la parte del Comunicato di Confprofessioni sul Superbonus 110%:

«Il Governo sta lavorando anche per sbloccare il meccanismo di cessione dei crediti collegati al Superbonus 110% e agli altri bonus edilizi», ha riferito Stella. «Una misura attesa da migliaia di imprese e professionisti che si trovano in gravissima difficoltà, e rischiano di fallire, a causa delle continue modifiche normative. I correttivi del primo decreto Aiuti non hanno risolto il problema, determinando una sorta di lockdown economico del settore edile, che ha pesanti ripercussioni anche sui liberi professionisti impegnati nelle asseverazioni di congruità tecnica ed economica e nelle cessioni dei loro crediti».

NUOVI ADEMPIMENTI FISCALI DAL 1 LUGLIO 2022 OBBLIGO DELLA FATTURAZIONE ELETTRONICA

WEBINAR GRATUITO

BONUS CARBURANTE, STELLA (CONFPROFESSIONI): «BENE L’ESTENSIONE AGLI STUDI PROFESSIONALI»

Le Commissioni riunite Finanze e Industria del Senato hanno approvato l’emendamento proposto da Confprofessioni per includere senza ambiguità gli studi professionali e i loro dipendenti tra i beneficiari del bonus di 200 euro disposto dal Governo per far fronte all’aumento del prezzo del carburante.

«Grazie all’emendamento proposto da Confprofessioni, anche gli studi professionali e i loro dipendenti potranno usufruire del “bonus carburante”». Gaetano Stella, Presidente di Confprofessioni, saluta con soddisfazione l’approvazione da parte delle Commissioni riunite Finanze e Industria del Senato dell’emendamento, condiviso e sostenuto da numerose forze politiche – tra gli altri Roberta Toffanin (Forza Italia) e Andrea De Bertoldi (Fratelli d’Italia) -,  che consente a tutti i “datori di lavoro privati”, e non solo alle “aziende private”, di assegnare ai propri dipendenti il “bonus carburante” del Governo fino a un massimo di 200 euro in buoni benzina. Di conseguenza, ora anche gli studi dei professionisti rientrano senza ambiguità nel campo di applicazione della misura.

La proposta emendativa di Confprofessioni che è stata approvata scioglie ogni possibile dubbio sul campo di applicazione del decreto, assicurando così che anche i titolari degli studi professionali, i loro dipendenti e i collaboratori, già economicamente colpiti dalla crisi pandemica e dalla crisi energetica, possano avvalersi e beneficiare del bonus disposto dal Governo per fare fronte all’aumento del prezzo del carburante.

Elezioni rinnovo EPPI

Modalità di voto


Le elezioni si svolgeranno esclusivamente in modalità telematica (art. 24 Regolamento Elettorale) dalle ore 07:00 del 2 maggio 2022 e senza soluzione di continuità, sino alle ore 17:00 del 6 maggio 2022, con servizio di assistenza agli aventi diritto al voto nella fascia oraria 9:00 – 17:00.


Possono esprimere il voto solo gli iscritti titolari di indirizzo PEC dichiarato e risultante negli archivi dell’Ente. Il PIN per l’esercizio del diritto di voto è generato su richiesta dell’iscritto compilando l’apposito form disponibile nell’AREA ELEZIONI della tua area riservata EppiLife.

L’elettore che abbia smarrito il PIN potrà chiederne uno nuovo compilando il form disponibile nell’AREA ELEZIONI della tua area riservata EppiLife.

ANTEC ha sottoposto Ai Candidati delle liste EPPI per il rinnovo del CDA e del CIG 4 punti qualificanti, che si trasmettono ai candidati delle liste che concorrono alle elezioni EPPI, con l’auspicio che siano valutati e recepiti nei rispettivi programmi.

PUNTI PROPOSTI

  1. Visione di azione sinergica degli organismi di categoria comprendente, anche, la parte sociale: CNPI, EPPI, ANTEC, individuando programmi ed obiettivi condivisi, da attuare nell’interesse precipuo della Categoria;

____________________

  1. Diversificazione della redistribuzione del contributo integrativo sui montanti degli iscritti più giovani, anche tralasciandone l’applicazione a quelli che, ormai, non vedrebbero significativi benefici derivanti da quelle crescite di montante contributivo;

____________________

  1. Contribuire alla valorizzazione del titolo, al fine di implementare la platea degli iscritti nel complesso degli organismi di categoria;
    1. Allo stesso scopo, individuare altre categorie similari e compatibili che, attraverso l’iscrizione agli Ordini dei Periti Industriali possano aderire ad EPPI;
    2. Promuovere ed incentivare il rapporto di collaborazione con gli Atenei, per il raggiungimento delle finalità istituzionali degli organismi dei Periti Industriali;
    3. Favorire, attraverso forme di assistenza incentivata, la presenza di tirocinanti negli studi professionali dei Periti Industriali;

____________________

  1. Consolidare e migliorare la trasparenza nei rapporti tra EPPI ed iscritti;
    1. Organizzare corsi di formazione previdenziale sul territorio, individuando referenti EPPI in ogni singolo Ordine territoriale.
    2. Mitigare le attuali forme limitative di partecipazione degli iscritti più giovani a concorrere alla gestione degli organi dell’Ente.

I candidati alla Presidenza delle due liste hanno cosí risposto:

Caro Amos,
grazie del contributo e degli spunti di riflessione che hai voluto recapitare alla ns. casella di posta
elettorale nella tua in qualità di presidente di Antec.
I “punti proposti” da Antec sui quali è stata chiesto il nostro orientamento sono particolarmente
stimolanti e sfidanti, ma è necessario preliminarmente fare una premessa: come tu sicuramente
saprai molti dei punti trattati attengono ad indirizzi politici dell’Ente e sono quindi riconducibili a
decisioni del Consiglio di Indirizzo Generale, mentre molte risposte anche puntuali si trovano, peraltro,
nel nostro programma dove, senza entrare nel dettaglio, vengono esaminate tutte le tematiche che
interessano l’ente e del quale ti invito a prenderne visione (www.esperienzaecontinuitapercrescere).
Sul versante culturale, la nostra platea di iscritti, e in particolare quella appartenente alle fasce di età più
giovani, va accompagnata in un percorso di consapevolezza su qual è il metodo di calcolo nel nostro
sistema previdenziale e quali sono i fattori che determineranno il nostro assegno pensionistico di primo
pilastro.
La riforma pensionistica ha investito la nostra società nella metà degli anni novanta, portando al definitivo
superamento del metodo di calcolo delle pensioni c.d. “retributivo” in favore del metodo “contributivo”.
Per la nostra Categoria, priva fino a quel giorno di una copertura previdenziale obbligatoria, ha voluto dire
trovarsi da un giorno all’altro a fare i conti con una realtà che, soprattutto i più giovani, devono conoscere
perché vi adeguino in tempo i propri comportamenti.
Eppi persegue da anni questo obiettivo attraverso gli Appuntamenti sul Welfare, incontri annuali dei
dirigenti Eppi con la platea dei propri iscritti presso ogni sede di Ordine territoriale.
E’ certamente auspicabile che questo fondamentale processo di educazione previdenziale venga strutturato,
anche attraverso la formula individuata – che, tra l’altro, permetterebbe la crescita e la formazione di una
futura classe dirigente.
Il futuro della Categoria è dei giovani e perciò vanno aiutati nell’accesso alla professione e non solo.
Ogni iniziativa volta ad incrementare i montanti previdenziali degli iscritti va perseguita, a maggior ragione
quando questa va a tutelare i giovani.
E’ assolutamente interesse anche di Eppi promuovere e sostenere iniziative condivise, che portino alla
crescita culturale e numerica della Categoria. E’ quello che Eppi ha fatto e sta facendo attraverso varie
iniziative, quali, ad esempio, gli Eppi in Tour, con i quali si intende rappresentare le eccellenze del lavoro
del perito industriale.
Massima disponibilità a proseguire su questa strada, anche in modo sinergico con tutti gli attori coinvolti.
Allo stesso scopo, individuare altre categorie similari e compatibili che, attraverso l’iscrizione agli Ordini
dei Periti Industriali possano aderire ad EPPI riteniamo che questa sia materia di competenze dell’Organo
di rappresentanza della Categoria e che eventuali azioni di supporto vadano concordate con il Cnpi.

Dopo queste, ritenute necessarie, premesse riprendiamo i “punti proposti” da Antec sui quali è stata
chiesto il nostro orientamento ai quali puntualmente cerchiamo di dare una risposta:

1) Visione di azione sinergica degli organismi di categoria comprendente, anche, la parte sociale:

CNPI, EPPI, ANTEC, individuando programmi ed obiettivi condivisi, da attuare nell’interesse
precipuo della Categoria.
E’ assolutamente interesse anche di Eppi promuovere e sostenere iniziative condivise, che portino alla
crescita culturale e numerica della Categoria.
La condivisione è un passaggio fondamentale nell’individuazione di queste possibili iniziative,
rappresentando Eppi una platea di iscritti non sovrapponibile agli iscritti agli ordini territoriali e, per
questo, soggetta ad un regime di vigilanza assimetrico rispetto agli altri organismi di categoria.

2) Diversificazione della redistribuzione del contributo integrativo sui montanti degli iscritti più
giovani, anche tralasciandone l’applicazione a quelli che, ormai, non vedrebbero significativi
benefici derivanti da quelle crescite di montante contributivo.

Ogni iniziativa volta ad incrementare i montanti previdenziali degli iscritti va perseguita, a maggior
ragione quando questa va a tutelare i giovani.
Per quanto sia materia che esula dalle competenze del Cda, si rappresenta la difficoltà, anche giuridica,
di attuare questa decisione, a tutti gli effetti discriminatoria.
Il concetto di entità “trascurabile” o “non significativa” potrebbe non essere considerato rilevante dai
ministeri vigilanti, così come potrebbero suscitare rimostranze da parte degli iscritti che vedessero
penalizzato il proprio assegno pensionistico da questa scelta.

3) Contribuire alla valorizzazione del titolo, al fine di implementare la platea degli iscritti nel
complesso degli organismi di categoria.

E’ quello che Eppi ha fatto e sta facendo attraverso varie iniziative, quali, ad esempio, gli Eppi in Tour,
con i quali si intende rappresentare le eccellenze del lavoro del perito industriale. Massima disponibilità
a proseguire su questa strada, anche in modo sinergico con gli Ordini territoriali.
La professione di perito industriale trova nei territori ampio riscontro e a testimoniarlo sono gli stessi
redditi che evidenziano un primato del lavoro professionale dei periti industriali rispetto a quello di altre
professioni pur vicine. Vi è, inoltre, da parte nostra, la massima consapevolezza che è il lavoro che
genera i redditi, mentre questi alimentano i montanti previdenziali. Il rapporto stretto tra lavoro, redditi e
previdenza non può, dunque prescindere dalla tutela e dalla valorizzazione del titolo.
Allo stesso scopo, individuare altre categorie similari e compatibili che, attraverso l’iscrizione agli
Ordini dei Periti Industriali possano aderire ad EPPI.

4a) Promuovere ed incentivare il rapporto di collaborazione con gli Atenei, per il raggiungimento
delle finalità istituzionali degli organismi dei Periti Industriali.

Riteniamo che questa sia materia di competenza dell’Organo di rappresentanza della Categoria e che
eventuali azioni di supporto vadano concordate con il Cnpi.
Riteniamo che l’autonomia e il rispetto dei ruoli vadano valorizzati al fine di massimizzare i risultati
Favorire, attraverso forme di assistenza incentivata, la presenza di tirocinanti negli studi professionali dei
Periti Industriali.
Eppi interviene su questa materia con un capitolo dedicato dei benefici assistenziali, attraverso contributi
erogati ai professionisti che ospitano tirocinanti. E’ una forma di assistenza, ancorché sia anche in questo
caso il Cig a doverla individuare, per noi assolutamente condivisibile.
Organizzare corsi di formazione previdenziale sul territorio, individuando referenti EPPI in ogni singolo
Ordine territoriale.
Eppi persegue da anni questo obiettivo attraverso gli Appuntamenti sul Welfare, incontri annuali dei
dirigenti Eppi con la platea dei propri iscritti presso ogni sede di Ordine territoriale.
Attraverso questa formula è stato possibile incontrare ogni anno, nelle sedi indicate dagli ordini, migliaia
di periti industriali liberi professionisti e non, unitamente a praticanti.
E’ certamente auspicabile che questo fondamentale processo di promozione ed educazione previdenziale
venga strutturato anche attraverso la formula individuata – che, tra l’altro, permetterebbe la crescita e la
formazione di una futura classe dirigente.

4b) Mitigare le attuali forme limitative di partecipazione degli iscritti più giovani a concorrere alla gestione
degli organi dell’Ente.


Non esiste alcuna forma o norma limitativa della partecipazione dei giovani alla gestione dell’ente, a parte
la norma che prevede la maturazione di un’esperienza almeno quinquennale in ambito amministrativo.
Tale norma, di per sé, non è tanto volta ad escludere i giovani dal governo dell’ente, quanto piuttosto a
garantire l’ingresso in Eppi di colleghi che abbiano le conoscenze base di un processo amministrativo.
Spero di essere stato esaustivo ma ancora una volta ti invito a consultare il ns. sito nel quale sicuramente
e con dovizia di particolari potrai trovare molte delle risposte che la curiosità tipica del perito industriale
ti induce ad approfondire.

Con stima
Paolo Bernascon

Preg.mo Presidente ANTEC
Per. Ind. AMOS GIARDINO
Grazie per l’opportunità che ci dai per approfondire le tematiche contenute nel ns. programma elettorale e
grazie per gli spunti che ci sottoponi.
Sostanzialmente i ns. punti n° 1, 2 e 3 corrispondono perfettamente a quanto da Te segnalato.
Ma, andiamo per ordine:

1) Visione di azione sinergica degli organismi di categoria comprendente, anche, la parte sociale:
CNPI, EPPI, ANTEC, individuando programmi ed obiettivi condivisi, da attuare nell’interesse precipuo
della Categoria;

Come è ben intuibile dalla lettura del punto 1 del nostro programma, il presupposto politico della auspicabile
nostra gestione fonda sulla centralità della figura del Perito Industriale.
Pertanto non si può prescindere dal dover contemperare, nel suo interesse, tutte le voci che possono contribuire
alla individuazione dei temi e delle scelte che andranno intraprese per la crescita e per l’affermazione della
figura professionale.
Il CNPI nella gestione della politica di categoria dei Periti Industriali, l’EPPI nella gestione della Previdenza
e dell’Assistenza ai Periti Industriali, l’ANTEC quale parte sociale della categoria; tutti loro possono e devono
contribuire, ognuno per la sua parte, alla crescita della professione di Perito Industriale.

2) Diversificazione della redistribuzione del contributo integrativo sui montanti degli iscritti più giovani,
anche tralasciandone l’applicazione a quelli che, ormai, non vedrebbero significativi benefici derivanti da
quelle crescite di montante contributivo;

Nel nostro punto 2 di programma si tratta ampiamente dell’argomento di cui al 2° vostro spunto di riflessione e
come è ben leggibile, forte è il nostro impegno in tal senso.
D’ altra parte, così come è ben noto ai più, costruire un montante contributivo dignitoso passa, paradossalmente,
per cospicui versamenti contributivi fin dal primo inizio della carriera professionale e ciò ad un giovane,
all’inizio dell’attività è quasi certamente impossibile.
E’ per questo che ci sembra possibile aderire a questa buona idea, intesa come aiuto ai giovani a meglio
guardare al loro futuro previdenziale, rendendo, anche, così più appetibile l’adesione alla cassa.
A questo fine si potrebbe riservare una quota parte del contributo integrativo o quota proveniente dai maggiori
utili degli investimenti della Cassa, al fine di ottenere una maggiore rivalutazione dei singoli montanti.
Il punto potrà essere approfondito e sarà oggetto di apposito studio sulle modalità di attuazione, naturalmente
in caso di elezione.
Inoltre, non possiamo assolutamente perdere di vista anche i Colleghi pensionati per i quali la Cassa,
attualmente, non fa nulla: malgrado che questi abbiano contribuito alla formazione della ns. Riserva
Straordinaria con i loro montanti che, ricordo continuano ad essere investiti ma, non più rivalutati…
Anche chi non raggiunge un trattamento pensionistico dignitoso e, non può recuperare il proprio montate
(contribuzione superiore a 5 anni) vorremmo legare la restituzione del montante ad un minimo per un
trattamento pensionistico “decoroso”, per il resto, con la restituzione del montante, potremo liberare le risorse
dell’Ente che,altrimenti si trova a gestire queste posizioni con un ulteriore aggravio di tempi e costi.

3) Contribuire alla valorizzazione del titolo, al fine di implementare la platea degli iscritti nel complesso
degli organismi di categoria;
Allo stesso scopo, individuare altre categorie similari e compatibili che possano aderire ad EPPI;
Promuovere ed incentivare il rapporto di collaborazione con gli Atenei, per il raggiungimento delle
finalità istituzionali degli organismi dei Periti Industriali;
Favorire, attraverso forme di assistenza incentivata, la presenza di tirocinanti negli studi professionali
dei Periti Industriali;

Ampio spazio e molteplicità di spunti sono contenuti nel nostro programma relativamente alla complessità
dei temi proposti nel vostro 3° elemento di riflessione.
In particolare ci piace richiamare quanto previsto ai punti 7, 8 e 9 del programma di Obiettivo Comune.
In realtà la nostra visione, mette in primo piano la crescita della categoria, che alla luce dei possibili sviluppi
legislativi, ove opportunamente interpretati ed attuati, prefigurano possibili ricadute positive sull’ampliamento
della platea degli iscritti all’albo e, di conseguenza alla cassa.
Siamo convinti che decisioni di rilevanza per l’intera categoria, quale la eventuale cooptazione di altri
professionisti nella ns. cassa, vadano condotte con trasparente coinvolgimento di tutti gli iscritti con
una specifica informativa e con appositi incontri sul territorio; scelte di questa natura, non riteniamo corretto,
non possono essere calate dall’alto senza considerare l’impatto che possono significare sui nostri colleghi.

4) Consolidare e migliorare la trasparenza nei rapporti tra EPPI ed iscritti;
Organizzare corsi di formazione previdenziale sul territorio, individuando referenti EPPI in ogni

singolo Ordine territoriale.
Mitigare le attuali forme limitative di partecipazione degli iscritti più giovani a concorrere alla

gestione degli organi dell’Ente.

Anche qui non possiamo non rilevare convergenze, compiutamente espresse ai 4, 5 e 8 del nostro programma.
Difatti più volte rileviamo e registriamo diffuso malcontento da parte degli iscritti alla cassa, per ciò che
riguarda la comunicazione con l’Ente; questo ci ha posto e ci pone nella necessità di esserne giusti interpreti e
di porre le condizioni per far tornare ad essere dialogante l’Ente con l’iscritto, che, attualmente, tende a sentirsi
vessato anziché assistito.
E’ per questo che istituiremo lo sportello di “ Previdenza amica “, anche interagendo con gli Ordini Territoriali,
facendo partecipare in modo significativo gli iscritti al dibattito per recepire le loro richieste, i loro suggerimenti
e, non ultimo per importanza, anche le loro recriminazioni.
Tutto questo dovrà essere inserito in un processo di “alfabetizzazione” previdenziale che possa, in futuro,
formare adeguatamente i prossimi Dirigenti di Categoria.

Cordialmente i candidati di “ Obiettivo Comune”














Superbonus e unifamiliari, la detrazione sarà prorogata

Impegno ufficiale del Governo nella risoluzione di maggioranza approvata contestualmente al DEF. Nel Decreto Energia ok alla quarta cessione del credito

Prorogare il Superbonus per le unifamiliari e consentire la cessione del credito anche a favore di enti diversi da banche e assicurazioni.

Sono i contenuti della risoluzione di maggioranza, approvata ieri in Senato, contestualmente al Documento di Economia e Finanza (DEF), con 230 voti favorevoli, 18 contrari e 19 astensioni.

La risoluzione impegna il Governo a valutare anche uno scostamento di bilancio per finanziare la proroga e l’allentamento dei vincoli attualmente previsti per il Superbonus.

Superbonus e unifamiliari, si va verso la proroga

Attualmente, per usufruire del Superbonus fino al 31 dicembre 2022, è necessario provare la realizzazione del 30% dei lavori entro il 30 giugno 2022.

Questo termine sarà prorogato di qualche mese. 

Cessione del credito, allentamento dei vincoli

La risoluzione approvata impegna il Governo anche a valutare la possibilità di cessione dei crediti del decreto rilancio a soggetti diversi da banche, istituti finanziari e assicurazioni consentendo la cessione non solo ad esaurimento del numero delle possibili cessioni attualmente previste, ma anche prima.

Sull’argomento bisogna fare delle precisazioni. Sempre nella giornata di ieri, il ministero dell’Economia e delle Finanze, chiamato a rispondere ad un’interrogazione posta alla Camera dall’on. M5S Giovanni Currò, ha spiegato che la cessione dei crediti può essere disposta anche a favore di SGR, SIM, SICAV e SICAF, in quanto appartenenti a gruppi bancari. Non si tratta di un ampliamento dei soggetti cui è possibile cedere il credito corrispondente alla detrazione, ma di un chiarimento ai dubbi che sorgono continuamente sulla normativa che regola i bonus edilizi.

Le modifiche, o quantomeno un’interpretazione estensiva sulle modalità di cessione del credito, potrebbero arrivare col decreto che il Governo dovrebbe varare entro la prossima settimana, in cui troveranno spazio una serie di misure per dare respiro alle imprese, tra cui la proroga e la modifica delle regole sul Superbonus e sugli altri bonus edilizi.

Quarta cessione approvata con il Decreto Energia

Per completare il quadro dei bonus edilizi, bisogna considerare che oggi il Senato ha approvato in via definitiva la legge di conversione del Decreto “Energia” (DL 17/2022). La legge introduce la quarta cessione del credito. Dal primo maggio, le banche potranno operare una quarta cessione del credito, ma solo a favore dei soggetti con cui abbiano stipulato un contratto di conto corrente.

Il Servizio Bilancio del Senato ha messo in guardia dai rischi che potrebbero derivare dalla quarta cessione “libera”.

Dati i tempi ristretti per l’approvazione della legge, il monito del Servizio Bilancio non è stato preso in considerazione e la quarta cessione ha ottenuto il via libera.

Ma con il decreto in arrivo, il panorama delle detrazioni potrebbe ulteriormente cambiare.

presentazione del progetto Distretto X – Il tempo di un caffè

progetto promosso dal Comune di Milano con il patrocinio di ANTEC

martedì 3 maggio alle 18:00 presso la Sala Fontana del Museo del Novecento piazza Duomo 8 Milano

“Al Tempo di un Caffè” è la nuova proposta progettuale di  Distretto X, arrivato alla sua terza edizione, che ha portato i professionisti milanesi nei musei vicini a Piazza del Duomo.

Un invito a uscire dallo stress e dalla frenesia della quotidianità per scoprire i capolavori conservati nelle collezioni milanesi. 

Progetto

Auguri di Buona Pasqua

Webminar Confprofessioni Sardegna

Vaucher di conciliazione Regione Sardegna

Mercoledí 13 aprile ore 15

Segui il webminar in diretta sulla piattaforma BeProf

L’evento può essere seguito anche in diretta streaming sulla pagina di Confprofessioni Regione Sardegna

Novità fiscali e legge di Bilancio 2022: la circolare del Fisco

Novità fiscali e legge di Bilancio 2022: la circolare del Fisco

La nuova circolare entra nel merito delle novità fiscali che riguardano:

  • la proroga dell’esenzione ai fini IRPEF dei redditi agrari e dominicali;
  • la proroga delle detrazioni per interventi di efficientamento energetico, di ristrutturazione edilizia e del bonus mobili;
  • la proroga del bonus verde;
  • la proroga del bonus facciate;
  • il bonus affitto per i giovani;
  • le agevolazioni per lo sviluppo dello sport;
  • la proroga delle agevolazioni fiscali per eventi sismici;
  • le società di capitali svolgenti attività di locazione immobiliare in via prevalente non quotate;
  • l’estensione a ricercatori e docenti della possibilità di optare per l’applicazione delle agevolazioni fiscali per il “rientro dei cervelli”;
  • gli enti sportivi operanti nella Provincia autonoma di Bolzano;
  • il limite crediti compensabili.

Ecobonus

Relativamente ai bonus di cui all’art. 14 (ecobonus) e 16 (bonus casa e bonus mobili) del D.L. n. 63/2013, l’Agenzia delle Entrate rileva la proroga al 31 dicembre 2024. Con particolare riferimento agli interventi di riqualificazione energetica, sarà possibile utilizzare:

– la detrazione del 65% per le spese sostenute per gli interventi:

  • di cui al comma 1 dell’articolo 14, ovvero delle spese sostenute per:
    • la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento;
    • la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione;
    • la realizzazione di interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali, strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti), finestre comprensive di infissi;
    • l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università;
    • la sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;
  • di cui al comma 2, lettere a), b) e b-bis), dell’articolo 14, ovvero delle spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera delle schermature solari, nonché per l’acquisto e la posa in opera di microcogeneratori in sostituzione di impianti esistenti;

– la detrazione del 70 o del 75% per le spese sostenute per gli interventi di cui al comma 2-quater del citato articolo 14, effettuati sulle parti comuni degli edifici condominiali (“Per le spese sostenute dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2024 per interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali, che interessino l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo, la detrazione di cui al comma 1 spetta nella misura del 70 per cento. La medesima detrazione spetta, nella misura del 75 per cento, per le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica relativi alle parti comuni di edifici condominiali finalizzati a migliorare la prestazione energetica invernale ed estiva e che conseguano almeno la qualità media di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 26 giugno 2015, pubblicato nel supplemento ordinario n. 39 alla Gazzetta Ufficiale n. 162 del 15 luglio 2015. Le detrazioni di cui al presente comma sono calcolate su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 40.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio“).

Il Fisco ricorda che la predetta agevolazione è:

– ridotta al 50% per le spese, sostenute dal 1° gennaio 2018, relative agli interventi di:

  • acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi;
  • acquisto e posa in opera di schermature solari;
  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal regolamento delegato (UE) n. 811/2013 della Commissione, del 18 febbraio 2013;

– si applica nella misura del 65% per gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione, di efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal citato regolamento delegato (UE) n. 811/2013, e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti, appartenenti alle classi V, VI oppure VIII della comunicazione 2014/C 207/02 della Commissione, o con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro, o per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di generatori d’aria calda a condensazione.

Fino al 31 dicembre 2024 sarà possibile avvalersi delle detrazioni per interventi di efficienza energetica nella misura del 50%, relativi all’acquisto e alla posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro (limite di spesa 60.000 euro).

Bonus casa, sismabonus e bonus mobili

Proroga al 2024 anche per i bonus di cui all’art. 16 del D.L. n. 63/2013 ovvero il bonus ristrutturazione edilizia del 50%, il sismabonus con aliquota maggiorata e il bonus per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio.

Per quest’ultimo, il Fisco ricorda che il bonus è da ripartire tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo, nella misura del 50% delle spese sostenute ed è calcolato su un ammontare complessivo non superiore a 10.000 euro per l’anno 2022 e a 5.000 euro per gli anni 2023 e 2024 (il limite di spesa previsto fino al 31 dicembre 2021 era di 16.000 euro). La detrazione spetta a condizione che gli interventi di recupero del patrimonio edilizio siano iniziati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei mobili e dei grandi elettrodomestici. Qualora gli interventi di recupero del patrimonio edilizio siano effettuati nell’anno precedente a quello dell’acquisto, ovvero siano iniziati nell’anno precedente a quello dell’acquisto e proseguiti in detto anno, il limite di spesa per l’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici è considerato al netto delle spese sostenute nell’anno precedente per le quali si è fruito della detrazione.

In altri termini:

  • per gli acquisti effettuati nel 2021, è necessario che i lavori siano iniziati a partire dal 1° gennaio 2020, mentre, se i lavori sono iniziati nel 2019, la detrazione non spetta;
  • per gli acquisti effettuati nel 2022, è necessario che i lavori siano iniziati a partire dal 1° gennaio 2021, mentre, se i lavori sono iniziati nel 2020, la detrazione non spetta.

Inoltre, se con riferimento a un intervento edilizio iniziato nel 2021 sono già stati acquistati nello stesso anno mobili per 7.000 euro, per i quali si fruirà della detrazione, sugli acquisti che si effettueranno nel 2022 si potrà beneficiare di una detrazione calcolata sull’importo massimo di 3.000 euro (10.000 – 7.000). Per gli acquisti effettuati nel 2022, invece, non spetterà alcuna detrazione se nel 2021 sono già stati acquistati mobili ed elettrodomestici per un importo pari o superiore ai 10.000 euro.

Bonus verde

Proroga al 2024 per il bonus verde di cui all’articolo 1, comma 12, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018). Si tratta di una detrazione pari al 36 per cento delle spese documentate e sostenute per la “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti, comprese le pertinenze, recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione di pozzi, nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. L’agevolazione in parola consiste in una detrazione, dall’imposta lorda, del 36 per cento delle spese sostenute, nel limite di spesa di 5.000 euro annui per unità immobiliare residenziale e, pertanto, non superiore a 1.800 euro.

La detrazione spetta anche per le spese sostenute per interventi effettuati sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali, entro il medesimo importo massimo complessivo di 5.000 euro per unità immobiliare ad uso abitativo. In tale ipotesi, la detrazione spetta al singolo condomino nel limite della quota a lui imputabile a condizione che essa sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Tra le spese che danno diritto alla detrazione sono comprese quelle di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi ivi indicati.

La detrazione non spetta per le spese sostenute per:

  • la manutenzione ordinaria periodica dei giardini preesistenti non connessa ad un intervento innovativo o modificativo nei termini sopra indicati;
  • i lavori in economia; tale circostanza non esclude, tuttavia, che il contribuente possa rivolgersi a fornitori diversi per l’acquisto degli alberi, piante, arbusti, cespugli, specie vegetali e per la realizzazione dell’intervento, fermo restando che l’agevolazione spetta a condizione, come detto, che l’intervento di riqualificazione dell’area verde sia complessivo e ricomprenda anche le prestazioni necessarie alla sua realizzazione.

La detrazione è ripartita in dieci quote annuali di pari importo nell’anno di sostenimento delle spese e in quelli successivi.

Bonus facciate

Proroga per tutto il 2022 per il bonus facciate di cui all’articolo 1, comma 219, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio 2020), che viene ridotto dal 90% al 60%.

WEBMINAR L’impatto sui professionisti delle recenti novità legislative: dalla riforma in materia di IRPEF alle restrizioni in materia di Superbonus


Superbonus e facciate: i benefici raddoppiano se le spese restano distinte

Il Sole 24 Ore Economia e Fisco venerdì 18 febbraio 2022

Per le spese sostenute che «eccedono il costo massimo unitario e la spesa massima ammissibile» al superbonus non è possibile fruire di altra agevolazione (circolare 22 dicembre 2020, n. 30/E, risposta 4.4.7 e Faq A06.7 del Governo).

Capita spesso che in una villetta con il super ecobonus dell’isolamento termico si superino i limiti di 50mila euro. Ci si chiede, quindi, se sia possibile beneficiare del super ecobonus per isolamento termico di due lati della villetta, sfruttando tutti i 50mila euro, e contemporaneamente beneficiare del bonus facciate per gli altri due lati, prestando attenzione, in quest’ ultimo
caso, solo ai limiti di congruità dei «costi massimi specifici». La limitazione relativa a questi «costi massimi specifici» è chiara, in quanto si tratta di limiti di spesa per singolo metro quadro e ciò vale sia per il super ecobonus sull’ isolamento termico che per il bonus facciate.

Ecobonus e bonus casa

In relazione alla possibilità di cumulare il superbonus con altre agevolazioni fiscali, l’ Agenzia ha chiarito che: gli interventi ammessi al super bonus possono astrattamente rientrare anche tra quelli agevolati con l’ecobonus o il bonus casa, ma il contribuente può avvalersi, «per le medesime spese, di una sola di tali agevolazioni», rispettando i relativi adempimenti; se nello stesso immobile vengono effettuati più interventi riconducibili a diverse fattispecie agevolabili, il limite massimo di spesa ammesso alle corrispondenti detrazioni è costituito alla somma degli importi previsti per ciascuno degli interventi realizzati, ma per evitare di fruire di più detrazioni a fronte delle medesime spese, è necessario contabilizzare «distintamente» le spese riferite ai diversi interventi (circolare dell’ 8 agosto 2020, n. 24/E, paragrafo 6).

Sisma bonus e bonus facciate

Questo principio è stato confermato anche nella risposta 9 novembre 2020, n. 538, con riferimento al super sisma bonus e al bonus facciate, dove, oltre a confermare l’ importante principio di
attrazione del bonus facciate al super sisma bonus del 110% (in caso di «completamento dell’ intervento di riduzione del rischio sismico nel suo complesso») con aumento dal 60-90% al 110% del bonus, è stato detto che, nella «diversa ipotesi in cui gli interventi sulla facciata siano autonomi e non di completamento» dell’ intervento antisismico, è possibile fruire, per le relative spese, del bonus facciate. L’ agenzia ha anche detto che «l’ adeguata dimostrazione dell’ autonomia degli interventi» (sisma e facciate) è onere del contribuente. L’ aver ricordato, poi, anche in questo caso, della contabilizzazione distinta tra i due interventi, sembra confermare la non necessità di due distinte Scia o Cilas, consentendo quindi che i lavori dei due interventi vengano effettuati anche contemporaneamente.

Ecobonus e bonus facciate

Anche relativamente al bonus facciate e al super ecobonus, l’ agenzia delle Entrate ha chiarito, informalmente, che, «fatta salva l’ impossibilità di fruire di più agevolazioni sulle medesime
spese, se sono realizzati interventi sulle facciate dell’ edificio, è possibile, in linea di principio, fruire sia del Superbonus che del bonus facciate, a condizione che siano distintamente contabilizzate le spese riferite ai diversi interventi e siano rispettati gli adempimenti specificamente previsti in relazione a ciascuna detrazione».

Superbonus, arrivano le sanzioni penali

Un decreto ad hoc per correggere le norme sul Superbonus e alleggerire la stretta che oggi consente un solo passaggio per i crediti d’ imposta.

Il provvedimento conterrà anche una nuova stretta penale, prevedendo una nuova fattispecie che colpirà i professionisti che firmano asseverazioni false dei lavori, oltre a un inasprimento delle pene per chiunque frodi il fisco, o tenti di frodarlo, nella cessione dei bonus. Non sarà però, questa l’ unica novità.
I passaggi di mano dei crediti potranno essere in tutto tre.
Uno verso le imprese e due verso gli istituti vigilati dalla Banca d’ Italia, anche all’ interno dello stesso gruppo. Ci sarà anche un bollino che dovrà certificare la bontà del credito. Si tratta di un codice numerico che sarà attribuito dall’Agenzia delle Entrate e seguirà il credito (che dunque non potrà più essere frazionato) per sempre. Inoltre, una norma per sospendere il rimborso dei crediti sequestrati che così potranno essere ripresentati all’ incasso una volta liberati dai magistrati.

RIPARTONO POSTE E CDP

Ieri, come ha spiegato il sottosegretario all’ Economia, Maria Cecilia Guerra, rispondendo a un’ interrogazione presentata dal Movimento 5Stelle a prima firma Fenu, le misure dovrebbero consentire a Poste e Cdp di riattivare le loro piattaforme di cessione dei crediti. Ieri Poste ha depositato in Commissione bilancio del Senato una sua memoria, nella quale sottolinea la correttezza del proprio comportamento, dimostrato dalle oltre 1.000 segnalazioni all’ antiriciclaggio e delle 77mila domande rifiutate su 289mila.
Poste ha anche rivelato di essere destinataria di circa il 10% dei 2,3 miliardi sequestri resi noti dalla Guardia di finanza (dunque circa 230 milioni), che si traduce in una percentuale di sequestrato del 3% di quanto acquistato (che dunque sfiorerebbe gli 8 miliardi rispetto ai 4 miliardi comunicati fino a oggi). La società, nel suo documento, ha anche ricordato come in tutte le inchieste delle procure Poste Italiane non sia mai accusata di alcuna condotta scorretta o negligente.

Superbonus 110% nel decreto bollette

ANSA: Scatteranno velocemente le novità che il governo introdurrà per far ripartire, in sicurezza, i lavori collegati al Superbonus.

Le norme, secondo quanto si apprende saranno inserite nel prossimo decreto sulle Bollette che il governo porterà nel Consiglio dei Ministri che potrebbe tenersi o giovedì o venerdì prossimo.

Nelle norme, oltre al codice identificativo, una sorta di bollino, che accompagnerà le operazioni di cessioni del credito, è anche previsto un limite massimo di tre cessioni del credito se queste operazioni avvengono all’interno del sistema bancario. 

Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha intanto firmato il decreto che fissa i tetti massimi per gli interventi del Superbonus 110%. I massimali aggiornano quelli già vigenti per l’Ecobonus, aumentandoli almeno del 20% in considerazione del maggior costo delle materie prime e dell’inflazione. “Con questo decreto – commenta il ministro – si completa l’operazione che sta portando avanti il Governo ponendo un freno all’eccessiva lievitazione dei costi e riportando il Superbonus a un esercizio ragionevole che tuteli lo Stato e i cittadini venendo incontro alle esigenze del settore e dell’efficientamento energetico”.

SUPERBONUS, CONFPROFESSIONI: RISCHIO LOCKDOWN PER L’EDILIZIA.

Le proposte del tavolo tecnico della Confederazione sul decreto Sostegni ter arrivano in Commissione Bilancio del Senato: operatori qualificati, cessione del credito illimitata solo per banche ed intermediari finanziari, rigidi controlli dell’Amministrazione finanziaria e sanzioni a tutta la filiera per evitare il blocco dei cantieri. Potenziare l’attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate con l’introduzione di un codice identificativo di ogni operazione di cessione  

Milano, 14 febbraio 2022. Lo stop alle cessioni multiple del Superbonus anche nei confronti di banche e intermediari finanziari rischia di causare un «lockdown del settore edile» e di stroncare sul nascere una fase di ripresa economica appena iniziata. Per contrastare le frodi, che finora hanno occultato al Fisco 4,4 miliardi di euro, servono operatori cessionari qualificati; un rigido controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate; opportune sanzioni non solo in capo al cittadino ma a tutta la filiera coinvolta e l’estensione del visto di conformità e dell’asseverazione di congruità delle spese effettuata dai professionisti a tutte le tipologie di bonus edilizio, introdotta dal decreto Antifrodi. 

Sono queste alcune delle indicazioni prospettate da Confprofessioni oggi in Commissione Bilancio del Senato, dove sono in corso le audizioni sul decreto Sostegni-Ter, che sottolineano la “schizofrenia” che accompagna il Superbonus 110% e gli altri bonus edilizi modificati in corsa per l’undicesima volta nell’arco di 20 mesi, da quando è entrato in vigore il decreto Rilancio, ritoccato con la legge di Bilancio che ha recepito il decreto Antifrodi.

Pur condividendo l’obiettivo del legislatore di porre un freno alle frodi sui crediti d’imposta fittizi, Confprofessioni solleva forti perplessità sul divieto di cessione multipla dei crediti d’imposta derivati da lavori di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza degli edifici. Un intervento che avrebbe pesanti ripercussioni sull’intero sistema economico italiano, senza peraltro incidere efficacemente su possibili fenomeni di riciclaggio. «Il vero rimedio al contrasto alle frodi non risiede nella limitazione delle cessioni ma nella individuazione della qualità degli operatori cessionari, fin dalla prima cessione», ha affermato il notaio Claudia Alessandrelli, vicepresidente di Confprofessioni, davanti alla Commissione Bilancio del Senato.

Inoltre, a parere del tavolo tecnico di Confprofessioni, coordinato dal notaio Claudia Alessandrelli  e costituito da ingegneri, architetti, commercialisti, consulenti del lavoro, istituito allo scopo di monitorare il Superbonus 110% e tutti i bonus edilizi, «lo strumento più importante e imprescindibile per contrastare le frodi coinvolge l’attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate e a tale proposito – sottolinea Confprofessioni –  potrebbe essere utile l’introduzione di un codice identificativo di ogni operazione di cessione, in modo da risalire al primo titolare del credito ed alla documentazione comprovante i lavori».

Dal tavolo tecnico di Confprofessioni emerge anche la proposta di consentire la cessione plurima dei crediti esclusivamente tra soggetti qualificati come banche, intermediari finanziari, società di cartolarizzazione o imprese di assicurazione, che sono sottoposti a vigilanza e agli obblighi della normativa antiriciclaggio, eliminando tutti quei soggetti “non puntualmente identificati”, per lo più nullatenenti o imprese neo costituite, che sino a questo momento, attraverso la catena infinita di cessioni di crediti, ha consentito la schermatura delle operazioni fraudolente. 

Comunicato stampa: ANTEC si oppone all’abolizione della pensione di anzianitá per i Geometri e chiede audizione ai Ministeri vigilanti

ANTEC, Associazione Nazionale Tecnici Liberi Professionisti, Associazione di Categoria Datoriale, Rappresentante degli interessi dei Liberi Professionisti: Geometri, Periti Industriali, Periti Agrari ed Agrotecnici attraverso i propri legali chiede, nell’ambito delle rispettive competenze, che la Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti voglia annullare, revocare in autotutela e/o comunque interrompere l’iter procedimentale di abrogazione della pensione di anzianità, di cui all’art. 3 dell’attuale regolamento di previdenza e assistenza; che gli intestati Ministeri, nell’esercizio delle loro prerogative di vigilanza e controllo, vogliano respingere la delibera del 24/11/2021 del Comitato dei Delegati della Cassa Geometri negandone l’approvazione e, per l’effetto, lasciare in vigore il regolamento di previdenza e assistenza attualmente vigente, ratione temporis, che include, all’art. 3, la pensione di anzianità tra le prestazioni previdenziali erogabili dalla Cassa Geometri.

ANTEC inoltre formula espressa richiesta di audizione presso i Ministeri competenti.

ANTEC ritiene illegittimo ed inammissibile il provvedimento di modifica regolamentare attuato dalla Cassa Geometri sulla scorta dei principi previdenziali vigenti nel nostro ordinamento, che il Comitato dei Delegati della Cassa Geometri possa deliberare l’eliminazione tout court, letteralmente da un giorno all’altro, della pensione di anzianità, che costituisce uno dei pilastri del sistema previdenziale sulla quale hanno fatto affidamento, per decenni, tutti i Geometri e ciò, per di più, in assenza di valide motivazioni giuridico-contabili.

La delibera votata il 24 novembre 2021, come ampiamente dimostrato, non risulta sorretta da alcuno dei requisiti e presupposti che legittimano l’autonomia regolamentare delle casse professionali private, in quanto non rispetta né il principio di gradualità né quello di equità generazionale e lede gravemente il principio inderogabile del pro rata.

Roma,11 febbraio 2022

Il Presidente Nazionale

A mos Giardino

CCNL STUDI PROFESSIONALI, RIPARTE LA TRATTATIVA

Le parti sociali si sono riunite oggi a Roma per riprendere il confronto interrotto dalla pandemia. Stella (Confprofessioni): «Nuovo impulso a un settore economico in difficoltà che conta oltre 1 milione di lavoratori». Rafforzare le tutele di welfare e aggiornare la normativa contrattuale i primi obiettivi

Roma, 9 febbraio 2022. Dopo due anni di pandemia, riparte la trattativa per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale degli studi professionali, scaduto nel 2018, che coinvolge oltre 1 milione di lavoratori. Le parti sociali si sono infatti riunite il 9 febbraio a Roma presso la sede di Confprofessioni per riprendere il confronto interrotto a causa dell’emergenza Covid-19. Intorno al tavolo, per Confprofessioni, parte datoriale, sono presenti il presidente confederale, Gaetano Stella, Marco Natali e Andrea Parlagreco; mentre le controparti sindacali sono rappresentate da Danilo Lelli e Michele Carpinetti della Filcams-Cgil; Dario Campeotto e Aurora Blanca per la Fisascat Cisl e Gabriele Fiorino della Uiltucs.
 
«Dobbiamo dare nuovo impulso a un settore economico che sta lentamente riemergendo dopo lo choc pandemico. La trattativa per il rinnovo del Ccnl degli studi professionali deve necessariamente tener conto delle evidenti difficoltà degli studi professionali durante la pandemia e di una ripresa economica ancora incerta», commenta il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. «L’obiettivo delle parti sociali è quello di rafforzare le tutele di welfare e aggiornare la normativa contrattuale anche alla luce delle recenti novità in materia di lavoro e, in particolare, della disciplina sullo smart working partendo dal Protocollo nazionale sul lavoro agile, sottoscritto lo scorso dicembre dalle parti sociali con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando».

Superbonus 110: il governo fa marcia indietro dopo le proteste.

Superbonus 110% e altri bonus edilizi: si va verso un nuovo aggiornamento delle regole.

Anche in seguito alle polemiche sollevate dalle associazioni di categoria dopo la stretta riguardante le cosiddette cessioni di credito elaborata dal governo per porre un freno al rischio di truffe nelle richieste di agevolazioni fiscali nel settore, il governo ha deciso di innestare una parziale marcia indietro.

Cosa cambia

L’intenzione è modificare il decreto legge Sostegni ter, nella parte riguardante l’edilizia, togliendo limiti alle cessioni di crediti maturati dalle aziende costruttrici con i bonus, oggi ridotte a un unico “passaggio di mano” .

Le cessioni, però, dovranno avvenire tra istituti vigilati dalla Banca d’Italia, e all’interno di entità – banche e intermiediari – appartenenti ad uno stesso gruppo.

Sul fronte delle cifre già sequestrate dalle diverse procure italiane in seguito a verifiche su cessioni di credito “sospette” – una somma che si aggira, per ora, sui due miliardi di euro, ai quali se ne potrrebbero aggiungere presto altri due – l’esecutivo starebbe pensando di allungare i tempi di utilizzo dei crediti dissequestrati.

Quando cambierà

Il governo ha fatto sapere di essere al lavoro per “correzioni mirate”, anche dopo che le imprese sono scese in piazza a Roma per protestare contro un giro di vite che, a detta dei costruttori, rischia di paralizzare il settore dell’edilizia, con conseguenti perdite di posti di lavoro e fermo dei cantieri. 

Le modifiche dovrebbero essere varate dal consiglio dei ministri già la prossima settimana ed essere inserite nel decreto Energia o nel Milleproroghe. 

Gli allarmi di politica e aziende

Fra le voci che si erano levate per chiedere i cambiamenti al comparto bonus edilizi c’era stata quella del ministro Stefano Patuanelli (Movimento 5 Stelle). “Le modifiche degli ultimi due decreti al meccanismo della cessione dei crediti che maturano a seguito degli interventi edilizi, predisposte con il nobile obiettivo di evitare le truffe – aveva detto il titolare della delega all’Agricoltura – di fatto hanno bloccato completamente migliaia di interventi, rischiando di far fallire le imprese oneste e di danneggiare migliaia di famiglie”, spiega Patuanelli. «Come Governo dobbiamo prenderne atto e intervenire immediatamente con un decreto correttivo”.

La limitazione della cessione del credito introdotta dal dl Sostegni ter, ha già avuto degli effetti. Le imprese sono in allarme perché i cantieri avviati per il Superbonus, avvertono tecnici, fornitori e imprese coordinati da Class Action Nazionale dell’Edilizia, si stanno già bloccando, le banche non stanno accettando i crediti e le aziende non hanno più liquidità. 

L’appello a cambiare la norma è arrivato anche dall’Ance, l’associazione dei costruttori. “Il governo dovrebbe ripensare rapidamente a questa situazione, perché la situazione che si è creata è insostenibile – ha affermato Gabriele Buia, presidente di Ance – Si sta già verificando uno stop degli interventi e una mancata crescita”. La proposta di impiegare la Banca d’Italia come garante sulle cessioni dei crediti è arrivata proprio da Ance.

I dati sui sequestri

Di certo l’allarme truffe, a fronte del quale il governo aveva motivato la sua stretta, resta sul piatto. La possibilità di cessioni multiple di crediti avrebbe portato a una serie di indagini per ipotetici raggiri ai danni dell’erario.

Negli ultimi mesi sono stati effettuati sequestri in tutta Italia per una cifra pari a due miliardi di euro. A cui potrebbero aggiungersi presto, una volta terminati accertamenti e conteggi, altri due miliardi. E’, questa, l’altra faccia di una medaglia che racconta del rafforzamento del settore edilizio, seguita ai provvedimenti promossi per combattere la “crisi da pandemia”. Dall’avvio del superbonus e delle altre misure, infatti, sono stati realizzati lavori per 35 miliardi di euro. Sono state avviate un totale di 5 milioni di interventi e relative pratiche.

Cessione del credito Superbonus 110%

Le modifiche apportate dall’art. 28 del Decreto Sostegni-ter rischiano di far saltare un milione di posti di lavoro creati grazie al superbonus 110%

Superbonus 110% e cessione del credito: a rischio 1 milione di posti di lavoro

Superbonus 110%, una misura fiscale nata allo scopo di creare posti di lavoro in un momento di difficoltà per il Paese che rischia di mettere in crisi tutto il comporto dell’edilizia.

Superbonus 110%: le misure per il rilancio dell’edilizia

Una misura nata con un provvedimento normativo completamente sbagliato che ha generato un blocco dei cantieri di oltre 4 mesi nell’attesa del completamento del quadro normativo. Poi sono arrivati correttivi su correttivi necessari per migliorare lo strumento fiscale e renderlo applicabile ad una realtà complessa come quella del comporto immobiliare italiano. Nel frattempo migliaia di chiarimenti da parte degli Enti di controllo (Agenzia delle Entrate ed Enea).

Ci sono voluti ben 14 mesi per arrivare al Decreto Semplificazioni-bis che di fatto ha sbloccato il sistema superbonus 110% rendendolo più semplice da applicare. Poi è successo quello che in realtà era prevedibile: la criminalità organizzata ha trovato il sistema per frodare lo Stato mettendo a punto vere e proprie truffe che hanno generato, secondo le stime, 4 miliardi di crediti fittizi individuati e bloccati.

Ma, come detto, era tutto prevedibile e sembra curioso che tutti i sistemi di controllo previsti non siano riusciti a bloccare queste frodi. O meglio, se queste frodi sono state individuate, vuol dire che il sistema messo a punto funziona e non ci dovrebbero essere particolari problematiche per portare avanti una misura fiscale che fino ad ora ha generato 20 miliardi di euro di investimenti, considerando solo gli interventi di riqualificazione energetica.

La cessione del credito

Tutto merito del Superbonus 110%? Niente affatto! Perché il vero motore che ha fatto muovere tutto il sistema è rappresentato dalle opzioni alternative alla detrazione diretta. Aver previsto un sistema di cessione del credito infinito ha generato un mercato pronto ad acquistare e rivendere detrazioni. Il credito fiscale si è trasformato in una criptovaluta che ha spinto ulteriormente il sistema edilizia.

Ma, come detto, le frodi individuate hanno portato il Governo verso due scelte:

  • prevedere nuovi sistemi di controllo tramite le misure antifrode inserite prima nel D.L. n. 157/2021 e poi nella Legge n. 234/2021;
  • Incomprensibile, limitare il sistema di cessione del credito ad una.

E proprio quest’ultima ha avuto le ricadute peggiori per il sistema. Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane hanno chiuso i rubinetti non acquistando più crediti fiscali e altre Banche sono indirizzate verso la stessa scelta.

La conseguenza è chiara: molti lavori già avviati con l’idea di cessione del credito dovranno essere finanziati dal contribuente o dall’impresa con il serio rischio che le 4 quote annuali previste per la ripartizione del credito superino la capienza fiscale disponibile.

Class Action Nazionale dell’Edilizia – Tutti in piazza contro il Governo!

Proprio per questo è stata organizzata dal deputato Alessio Villarosa una Class Action Nazionale dell’Edilizia che si terrà domani a Roma a Piazza della Repubblica.

L’art. 28 del ridicolo Decreto Sostegni-ter farà fallire migliaia di imprese e renderà felici tantissime banche – afferma l’ideatore della Class action Villarosa – Questo perché di fatto bloccherà tutte le cessioni di crediti edilizi creando un monopolio tutto in mano alle banche che potranno decidere se comprare i crediti, quali e quanti comprare e soprattutto a che cifre“.

Nel frattempo – conclude Villarosa – migliaia di imprese dovranno rinunciare a lavori, migliaia di lavoratori verranno licenziati e migliaia di cittadini non potranno usufruire di una misura fondamentale per il paese che ne ha permesso la ripartenza tanto decantata dai giornali che allo stesso tempo criticano il Superbonus 110%. L’8 febbraio ci faremo sentire per salvare il settore e centinaia di migliaia di lavoratori. Anche io sarò in Piazza della Repubblica per la Class Action Nazionale dell’Edilizia e vi invito a partecipare a questo evento contro le assurde misure intraprese dal governo per penalizzare questo settore”.

ANCORA UNA VOLTA LA CASSA PREVIDENZIALE AGROTECNICI ARRIVA PRIMA, ED ARRIVA BENE

Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati

La Cassa previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è stata la prima (in assoluto) in Italia a contestare il sistema generale di calcolo delle pensioni dei professionisti (ma in realtà di tutti i lavoratori, compresi i dipendenti) perché troppo “avaro” nella determinazione delle pensioni future.

Infatti, in sintesi, oggi il meccanismo è il seguente: i contributi versati ogni anno da ciascun lavoratore vengono moltiplicati per un “indice” di rivalutazione, determinato dall’ISTAT sulla base di un complesso conteggio basato sul “PIL medio quinquennale”. Il problema è che l’Italia è un Paese a bassissima crescita e la media quinquennale del PIL (per quanto la media ne attutisca il risultato) è bassa, molto bassa od addirittura negativa (è successo due volte, nel 2014 e nel 2021) e questo ha effetti deprimenti sulle pensioni finali il cui importo viene definito dagli esperti ai lavori come “tasso di sostituzione”. Ebbene, nel 2010, il Ministero del Lavoro stimò che per i professionisti, in base al descritto calcolo (che è quello per tutti vigente dell’attuale “sistema contributivo”) il “tasso di sostituzione” finale sarebbe oscillato fra il 26% ed il 32%: troppo poco per pensare di condurre una vita dignitosa.

La Cassa Agrotecnici decise di occuparsi del problema sin dal 2010, ma dovette farlo da sola non trovando conforto nelle altre Gestioni previdenziali similari, che parevano disinteressarsi di un così grave situazione, seppure futura. Forti del buon andamento dei loro conti ed avendo i bilanci in utile, fecero la cosa più semplice: chiesero al Governo di poter restituire ai propri previdenti gli utili annuali della Gestione, sotto forma di un extrarendimento delle future pensioni, che così sarebbero cresciute di importo, migliorando il “tasso di sostituzione”.

Il Governo dell’epoca però rigettò la richiesta affermando che il sistema previdenziale era quello, e quello doveva restare uguale per tutti. Una risposta davvero poco ragionevole, visto che gli Agrotecnici non chiedevano soldi a nessuno, né pesavano sulla fiscalità generale, utilizzando invece solo gli utili della propria buona gestione. Così la Cassa Agrotecnici decise di non arrendersi, e fece ricorso al TAR. Perdendo, perché il Tribunale amministrativo diede ragione al Governo. Ma gli Agrotecnici, testardamente, andarono ancora avanti proponendo appello al Consiglio di Stato, che infine gli riconobbe ragione.

Parliamo della sentenza 18 luglio 2014, n. 3859, che rappresenta una pietra miliare nella storia della previdenza italiana, perché i principi di diritto ivi contenuti valgono per tutte le Casse di previdenza, non solo per quella degli Agrotecnici, che pure ha il merito di essere stata la prima a trovare la migliore soluzione.

In base alla sentenza n. 3859/2014 gli Agrotecnici poterono rivalutare di più i contributi previdenziali senza far spendere ai professionisti previdenti un solo euro in più (e va detto che anche altre Casse, molto più grandi, ne hanno seguito l’esempio), e furono rivalutazioni davvero rilevanti; il primo anno (il 2011) del 50% più alte, come si può vedere nel grafico allegato.

Ogni anno però la rivalutazione è soggetta ad una complessa richiesta da fare ai Ministeri vigilanti, che devono approvarla, sicché si è sempre in ritardo di alcuni anni.
Ecco perché oggi la Cassa degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati festeggia il raggiungimento di un ulteriore, importante risultato: quello di avere ottenuto, in colpo solo, la rivalutazione di ben tre anni (il 2017, il 2018 ed il 2019. Approvazione Ministero del Lavoro n. 1016, in data 1 febbraio 2022) così garantendo i seguenti extrarendimenti:

ANNO INCREMENTO ISTAT

INCREMENTO AGROTECNICI EXTRAREND.

2017 +0,5205% +3,000% +2,4795%
2018 +1,6522% +3,000% +1,3478%
2019 +1,1746% +3,000% +1,8254%

Particolare soddisfazione è stata espressa dal Coordinatore del Comitato Amministratore della Cassa Agrotecnici (che, lo ricordiamo, è inclusa nella Fondazione ENPAIA, insieme all’analoga, ma separata Gestione previdenziale dei Periti agrari), Agr. Dott. Alessandro Maraschi “E’ la prima volta che, in un sol colpo, riusciamo a rivalutare i fondi previdenziali dei nostri iscritti, peraltro con extrarendimenti rilevanti nonostante il
momento di crisi per i professionisti, garantendo così a tutti loro più alte pensioni future. Desidero sottolineare che tutto questo avviene senza che i nostri iscritti debbano pagare un solo euro in più del dovuto.”

Il messaggio è chiaro: chi si iscrive all’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, ed esercita la professione, può godere non solo di tutta l’assistenza offerta dal Collegio Nazionale, ma anche di più alte pensioni al termine della vita lavorativa, pur pagando la più bassa contribuzione in assoluto (solo il10% del proprio reddito professionale netto).

Questa è una sola delle ragioni che hanno fatto diventare l’Albo degli Agrotecnici, da dieci anni ininterrottamente, il primo nel settore agrario come numero di candidati agli esami abilitanti (+ 46% nel solo 2021).

Comunicato Stampa: ANTEC diffida la Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri liberi professionisti

Comunicato Stampa

Il 4 dicembre 2021, i professionisti iscritti alla Cassa di Previdenza Geometri, sono stati informati con una nota trasmessa a mezzo PEC a firma del DIRETTORE GENERALE di provvedimento, approvato dal Comitato dei Delegati della Cassa Geometri della Seduta del 24 novembre 2021 che prevede dal 1 gennaio 2022, l’abrogazione dell’articolo 3 del regolamento per l’attuazione delle attività di previdenza ed assistenza a favore degli iscritti e dei loro familiari, di fatto la cancellazione della pensione di anzianità e con l’introduzione all’art. 34, cc. 6 bis e 6 ter, del citato Regolamento, la facoltà di anticipare la fruizione della pensione di vecchiaia con calcolo misto di cui all’art. 34, c. 6, rispetto al requisito anagrafico di 67 anni. Coloro i quali abbiano maturato 60 anni di età anagrafica e 40 anni di effettiva contribuzione potranno fruire infatti di un trattamento pensionistico anticipato con una riduzione della sola quota di prestazione calcolata con il sistema reddituale, in misura pari all’1% per ogni mese di anticipo rispetto al requisito anagrafico di 67 anni di età con una riduzione minima del 12%. È comunque prevista la salvaguardia dell’importo derivante dall’applicazione del calcolo contributivo di cui all’art. 33, c. 2, del Regolamento e l’accesso al nuovo trattamento è possibile solo ove l’importo spettante sia almeno pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale di cui all’art. 3, c. 6, della legge n. 335/1995”.

In pratica, con un preavviso di soli 26 giorni con una modifica regolamentare, non ancora approvata dai Ministeri Vigilanti, si vorrebbe cancellare la pensione di anzianità dei Geometri, consentendo il pensionamento di vecchiaia anticipato e una penalizzazione dell’1% sulla quota retributiva, per ogni mese di anticipo rispetto al requisito anagrafico dei 67 anni di età. Di fatto il Geometra che con un età anagrafica di 60 anni ed avesse raggiunto i requisiti per accedere alla pensione di anzianità nel mese di gennaio 2022, nel conteggio pensionistico dovrebbe rinunciare all’84% della quota retributiva nel conteggio della sua pensione. La modifica al regolamento, risulta essere in contrasto gli articoli 1 e 3 della LEGGE 20 ottobre 1982, n. 773 ”Riforma della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza a favore dei geometri” che prevede la pensione di anzianità ed i requisiti per accedervi.

Per questo Amos Giardino, Presidente di ANTEC ha inviato una lettera di diffida al Presidente della Cassa Geometri Diego Buono, diffidando dall’attuare il provvedimento prima dell’approvazione dei Ministeri vigilanti.

Contestualmente il Presidente di ANTEC ha trasmesso una comunicazione ai Ministeri Vigilanti ed alla Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, con la richiesta di respingere il provvedimento in contrasto con la legge 773/82.

Roma, 25 gennaio 2022

Il Presidente Nazionale

Per. Ind. Amos Giardino

ANTEC INTERVIENE A TUTELA DEI PROFESSIONISTI CONTRO L’INIQUO PROVVEDIMENTO DELLA CASSA GEOMETRI

ANTEC, su segnalazione di alcuni iscritti è venuto a conoscenza che in data 4 dicembre 2021, i professionisti iscritti alla Cassa di Previdenza Geometri, sono stati informati con una nota trasmessa a mezzo PEC a firma del DIRETTORE GENERALE Dott.ssa Maria Luisa Caravita di Toritto che si riporta testualmente:

In particolare, è stato deliberato di abrogare, a decorrere dal 1° gennaio 2022, l’istituto della pensione di anzianità di cui all’art. 3 del Regolamento per l’attuazione delle attività di previdenza ed assistenza a favore degli iscritti e dei loro familiari. Contestualmente è stata introdotta, all’art. 34, cc. 6 bis e 6 ter, del citato Regolamento, la facoltà di anticipare la fruizione della pensione di vecchiaia con calcolo misto di cui all’art. 34, c. 6, rispetto al requisito anagrafico di 67 anni. Coloro i quali abbiano maturato 60 anni di età anagrafica e 40 anni di effettiva contribuzione potranno fruire infatti di un trattamento pensionistico anticipato con una riduzione della sola quota di prestazione calcolata con il sistema reddituale, in misura pari all’1% per ogni mese di anticipo rispetto al requisito anagrafico di 67 anni di età con una riduzione minima del 12%.. È comunque prevista la salvaguardia dell’importo derivante dall’applicazione del calcolo contributivo di cui all’art. 33, c. 2, del Regolamento e l’accesso al nuovo trattamento è possibile solo ove l’importo spettante sia almeno pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale di cui all’art. 3, c. 6, della legge n. 335/1995”.

Il provvedimento, portato in votazione dal Comitato dei Delegati della Cassa Geometri nella Seduta del 24 novembre 2021, è stato contestato da numerosi Delegati, ottenendo il seguente risultato cioè 111 favorevoli, 31 contrari e 3 astenuti.

Ritenendo irregolare il sopracitato provvedimento, per i seguenti motivi:

  • Irrispettoso della Gerarchia delle Fonti, infatti un atto regolamentare non può cancellare la pensione di anzianità prevista per legge agli articoli 1 e 3 LEGGE 20 ottobre 1982, n. 773 ”Riforma della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza a favore dei geometri”;
  • In attesa di approvazione da parte dei Ministeri vigilanti
  • Il provvedimento non risulta pubblicato sul sito della Cassa Geometri, come previsto dalla normativa sulla TRASPARENZA AMMINISTRATIVA
  • Il provvedimento, se attuato é fortemente lesivo dei diritti nel calcolo pensionistico dei Geometri liberi professionisti

Pet questi motivi ANTEC é intervenuto diffidando il Presidente della Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri liberi professionisti

Geom. Diego Buono dal dall’attuare, dal 1 gennaio 2022 come comunicato agli iscritti in data 4 dicembre 2021, la delibera del Comitato dei Delegati della Cassa Geometri nella Seduta del 24 novembre 2021.

Inoltre ANTEC ha trasmesso una nota alla Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, ed in qualità di titolari dei Ministeri vigilanti: Al Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali On. Andrea Orlando ed il Ministro dell’economia e delle finanze On. Daniele Franco,

per chiedere la non approvazione della delibera del Comitato dei Delegati della Cassa Geometri della Seduta del 24 novembre 2021

  • SI ALLEGANO I DOCUMENTI SCARICABILI

MILANO DISTRETTO X

Il tempo di un caffè, mostre culturali

Il Comune di Milano in collaborazione con ANTEC, organizza un percorso culturale tra i più importanti musei di Milano.

Un gruppo di professionisti sarà coinvolto in laboratori che, attraverso delle tecniche di meditazione derivanti dalla mindfulness, permetteranno di comprendere come i beni culturali presenti nel distretto possano essere oggetto di una breve pausa dal lavoro.